L'uomo che non contava i giorni
Dalla luce accecante delle coste tunisine alla penombra umida di uno scantinato nel carruggio di un paesino ligure: è lunga la strada che porta il ventenne Mohamed lontano dalla propria terra alla ricerca di un nuovo mattino, con un doloroso segreto custodito nel cuore. Il tempo è un lusso da dimenticare per chi è costretto a badare quotidianamente alla sopravvivenza, e Mohamed, dopo aver chiuso i ricordi in una giara senza fondo, si affida all’urgenza dei propri bisogni più essenziali. Ma la fortuna lo assiste quando una notte, sfinito dalla fatica, improvvisa un giaciglio e si addormenta fuori dal magazzino del vecchio Cristoforo, un carpentiere in pensione dai modi bruschi e un po’ sgarbati. Vinta l’iniziale diffidenza, tra i due nasce un sentimento elementare e fortissimo di vicinanza, come se l’età e le distanze non fossero nulla rispetto alla loro essenza comune: è il mare che – con il suo linguaggio universale, con i suoi gesti antichissimi –, anziché separarli, li unisce. Piano piano, il ragazzo dimostra al “baccan” (padrone) – come chiama il suo ospite – di conoscere le parole e i gesti dell’arte navale. Insieme si mettono all’opera per finire di costruire il gozzo che il vecchio da solo stentava a portare a termine. Il silenzio del lavoro quotidiano, i suoi rituali sapienti, le pause a base di focaccia scandiscono quelle ore nascoste agli occhi del mondo, riconsegnando ai due uomini qualcosa che entrambi pensavano di aver smarrito per sempre.
Editore: Mondadori
Pagine: 160