Sessantotto
Che cosa resta, quarant’anni dopo, dei valori del Sessantotto? L’evento fondamentale di quegli anni che si vogliono formidabili sono state le manifestazioni in Francia, in Italia, in Germania o piuttosto i carri armati russi che hanno schiacciato nel sangue la Primavera di Praga? E la sinistra ha finito per morire avvelenata di Sessantotto? Questo nuovo lavoro sorprende anche per la sua forma: un dialogo tra un grande filosofo e un giovane intellettuale. Tra un uomo maturo che ha combattuto il totalitarismo sovietico ed è stato protagonista degli avvenimenti del Maggio ’68 e un ragazzo cresciuto in un mondo che ha visto crollare il muro di Berlino. Tra un padre e un figlio. Uno scambio appassionato, appassionante, lucidamente provocatorio sull’eredità del Sessantotto e sulle conseguenze, in Europa e nel mondo, di quella stagione contraddittoria. Feconda e impotente. Generosa e tragicamente narcisistica. Ipocritamente smemorata eppure indimenticabile.
Editore: Piemme
Pagine: 240