Un uomo solo
Già negli anni Trenta, quando scrisse "Addio a Berlino", Isherwood sosteneva di voler trasformare il proprio occhio di romanziere nell'obiettivo di una macchina fotografica. Ma per lungo tempo - attraverso libri molto diversi fra loro, e spesso segnati dai personaggi fittizi o reali che raccontavano - l'intenzione rimase una di quelle fantasticherie stilistiche che spesso gli scrittori inseguono per tutta la vita, senza realizzarle mai. E invece nel suo ultimo romanzo - questo - Isherwood trasforma una giornata nella vita di George, un professore inglese non più giovane che vive in California - in un'asciutta, e proprio per questo struggente, sequenza di scatti. Non è una giornata particolare per George: solo altre ventiquattr'ore senza Jim, il suo compagno morto in un incidente. Ventiquattr'ore fra il sospetto dei vicini, la consolante vicinanza di Charlotte, la rabbia contro i libri letti per una vita ma ormai inutili, e il desiderio per un corpo giovane appena intravisto ma che forse è già troppo tardi per toccare.
Editore: Adelphi
Pagine: 144