Cosa tiene accese le stelle
Il sentimento di sfiducia sempre più diffuso nel nostro Paese assomiglia a una forma di fatalismo nostalgico: uno dei ritornelli ricorrenti di questi tempi recita che, in fondo, si viveva meglio all’epoca dei nostri genitori e quel periodo probabilmente non tornerà più. In realtà, non è affatto vero che una volta si stava meglio, ma come spesso accade il pessimismo provoca una percezione distorta del mondo e della storia. Oltretutto rifugiarsi in un passato idealizzato non serve di certo ad affrontare le sfide, personali e collettive, che il mondo ti mette ogni giorno di fronte. Secondo Mario Calabresi, per non farsi schiacciare da una cultura nostalgica e passatista, occorre in primo luogo imparare di nuovo a sognare, essere capaci di immaginarsi il futuro e di porsi dei traguardi ambiziosi. La capacità di guardare sempre un passo più avanti del nostro orizzonte è la qualità più preziosa: c’è chi la possiede di natura, c’è invece chi l’ha acquisita con l’esperienza, ma si può sempre imparare. Calabresi ci racconta le storie di chi è stato capace di ridarsi un sogno, imprenditori, uomini dello Stato o semplici concittadini, e attraverso il loro esempio ci rivela che il presente è meglio del passato per defi nizione, e che spesso basta solo un semplice cambio di percezione per riprendersi il futuro.
Editore: Mondadori
Pagine: 216